Ogni giorno sulla mia mail o via messaggio ricevo la richiesta di intervento per ‘insegnare ai neonati’ a dormire da soli o a stare per lungo tempo nella culla in perfetta autonomia (in particolare nella fascia 0/3 mesi )

Fatta premessa che io comprendo che la stanchezza sia molta e che la perdita di sonno spesso sia molto devastante ( perchè l’ho provata sulla mia pelle) non posso che considerare quello che è il bisogno del bambino .

Ormai tutti noi sappiamo che sono proprio i primi tempi e i primi anni di vita che caratterizzano quell’integrazione ‘soma-psiche -mente ’, alla base di un buon sviluppo del bambino e della formazione della personalità e della struttura psichica .
Ed ecco allora la necessità di avere un ambiente che lo accolga e gli offra tutte le cure indispensabili per la sopravvivenza fisica e per l’avvio della vita psichica .
Un ambiente-genitori , e nelle prime battute un ambiente -madre ( madre sufficientemente buona come si esprime Winnicott ) che sia capace di offrire al piccolo quasi tutto ciò di cui ha bisogno sia sul piano del sostegno e dell’ambiente in generale , attraverso un vivo adattamento ai bisogni del piccolo .
E uno dei bisogni immediati del bambino è proprio quello di essere tenuto , contenuto, sostenuto , attraverso una presa sicura e tenera , tra le braccia di una mamma , così da poter sperimentare ancora la sensazione di essere protetto , toccato dalle morbide e al tempo stesso salde pareti dell’utero , almeno per i primi mesi dopo essere venuto alla luce .

Il termine holding (Winnicott 1960) assume in maniera pregnante il senso della capacità della madre di cogliere tutti i bisogni del piccolo e di rispondervi con partecipazione emotiva e sensibilità profonda ; possiamo dire , che il suo corpo e con tutta la continuità del suo essere .

In questa parola , holding, sono incluse non solo le cure fisiche indispensabili per la vita fisica del bambino , ma anche tutti quegli accorgimenti che tengono conto della sua sensibilità cutanea -tatto, temperatura , dolore – della sensibilità uditiva , visiva , della caduta ( per effetto della gravità )e dell’inconsapevolezza del neonato che esista qualcosa d’altro oltre lui stesso

La personalità del bambino quindi si strutturerà sulla base delle reazioni agli ‘urti’ dell’ambiente

Il corpo del bambino e i suoi segnali . Prawitz/Quagliata pag 145/146

Questo paragrafo tratto dal libro di cui sopra , vuole essere solo un piccolo spunto di riflessione per tutte quelle situazioni in cui viene suggerito da amici e parenti , di NON tenere il bambino in braccio ,ma di farlo abituare alla culla
Ce la farà un domani a stare nella sua culla , ma non prima di aver visto soddisfare i suoi bisogni di contenimento e accudimento e nutrimento affettivo

Il tempo del resto passa molto in fretta e tutto questo sarà solo un ricordo.

Ci sono molte altre piccole strategie per contenere i neonati in maniera alternativa alle braccia .
Fatevi consigliare da esperti , che potranno indirizzarvi sul metodo di contenimento più idoneo al vostro bambino

Pensateci ogni volta che qualcuno vi consiglia di non viziare il bambino . sappiate che è un ignorante
ignorano cioè quello che dicono le neuroscienze e quel genere di consigli non può giovare a voi e men che meno i vostri bambini

un abbraccio

Silvana

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